Il Rinofima è una malattia multi fattoriale in cui giocano fattori estrinseci: dietetici (alcool, the, caffè…), climatici (esposizione prolungata al sole), infettivi; e fattori intrinseci: ereditarietà, disturbi gastrointestinali, stress. Rappresenta la complicanza o lo stadio finale di una patologia dermatologica molto diffusa, l’acne rosacea, dovuta ad un progressivo ed incontrollato aumento numerico e dimensionale delle ghiandole sebacee (iperplasia ed ipertrofia), che conferisce al naso un aspetto arrossato, spugnoso, bozzoluto.
Il primo a denominare e classificare le caratteristiche mascroscopiche di tale patologia è stato Hebra nel 1845. Il Rinofima rappresenta un’ipertrofia antiestetica dei tessuti molli del naso che, nelle forme più gravi, può arrivare a colpire il mento, l’orecchio e le guance.
Questa dermatosi ha comportamento benigno e colpisce quasi esclusivamente il sesso maschile; l’esordio è tardivo infatti i primi segni possono essere evidenti intorno ai 45-50 anni ed ha un lentissimo decorso progressivo. Clinicamente si presenta come un ispessimento irregolare della cute che riveste il naso.
Si notano sempre: pori dilatati, iperattività sebacea, dilatazioni capillari e venulari arboriformi. A tutto questo segue una disorganizzazione nella disposizione dell’epitelio, blocco dei dotti ghiandolari e conseguente rialzamento e irregolarità della superficie cutanea. Normalmente la piramide nasale è colpita nella sua parte cartilaginea interessando il lobulo e le ali mentre il sottosetto ed il margine libero delle narici sono meno interessati.
Il Rinofima, a seconda delle lesioni macroscopiche in esso presenti, viene distinto in forma ghiandolare sebacea e forma teleangectasica fibrosa; mentre, in base ai vari momenti patogenetici in cui si considera la lesione, viene classifico in: vascolare semplice, ipertrofico diffuso moderato, a noduli localizzati, ipertrofico diffuso grave ed ipertrofico diffuso grave con noduli localizzati.